venerdì 5 aprile 2024

Diligenza per Carbondale



Vi pubblico qui un mio racconto inedito ❤️

Fatene buon uso. E condividete 💕


Gulfport, Mississippi

6 giugno 1913 

 

Cara Gretchen,

avrei voluto scriverti prima ma il lungo ed estenuante viaggio da Saint Louis me lo ha impedito, avevo bisogno di sedermi e rimanere solo con la penna e il foglio per poter liberare le mie emozioni nell’inchiostro. Alla fine di questa missiva, ciò che scriverò non avrà alcuna importanza per te, ma voglio che tu sappia, fin da ora, che ti ho sempre amata, dal primo giorno in cui la tua mano tesa ha sfiorato la mia, non ho mai mentito sull’amore che provavo per te, neanche per un secondo. 

Sono qui sulla banchina di Gulfport, il rumore del mare culla i miei pensieri e li rende più leggeri, il profumo è quello del pesce appena pescato misto a carbone che brucia e fragranze di signore imbellettate che partono per l’Europa. Io parto, non so ancora per dove, so soltanto che vado. Gretchen io mi maledico, ma questo lo sai. Maledico il giorno in cui ho messo piede su quella diligenza. Può un battito d’ali di farfalla causare un uragano dall’altra parte del mondo? Se può un passo su una diligenza provocare l’annullamento di tutte le mie certezze, di tutto ciò in cui avevo creduto fino a quel momento, allora credo di sì. Un passo su una diligenza può rovinare delle vite, la mia, la tua, la sua, quella di Primrose

Era la diligenza per Carbondale, partivo per concludere un affare con una grossa impresa siderurgica, mi aveva mandato il mio capo, ricordi? Io non avrei voluto partire, perché da lì a poco sarebbe stato Natale, e non mi ero mai perso un Natale con voi da quando era nata Primrose. Temevo di non riuscire a tornare in tempo per rivivere la magia del Natale nei suoi occhi di bambina. Ti ho amata Gretchen, ti ho amata come se fossi sempre stata mia,come se tra tutti gli uomini, che ti erano passati accanto da quandoeri diventata donnatu avessi visto solo me, e non mi bastava, che essere immondo sono sempre stato.

L’amore si manifesta sotto tante forme, ma ce n’è una, una in particolare, quella che io mai più avrei voluto provare, ed è quella dell’amore che passa; lo avevo già provato anni fa, te ne parlai e tu non capisti perché la tua anima era ancora troppo giovane e leggera per averlo già sentito. Era un dolore, quello, che ancora non si era scollato da me, così disgustoso che mai avrei voluto assaporarne di nuovo, che di nuovo si incollasse a me come fa la pece sulla terraL’amore che passa è il più doloroso di tutti gli amori possibili; l’amore passato non arde più, non brucia le viscere come l’amore che passa, quello sì che ti fa sentire come se avessi l’anima in fiamme, e non sono le fiamme della passione, ma quelle della sofferenza, tua e dell’altro. 

Sai Gretchen, c’è un momento, tra l’amarsi e l’essersi amati, in cui vorresti provare l’uno ma anche l’altro e invece stai lì, nel mezzo, a domandarti perché sei diventato una persona tanto orribile, o se invece lo sei sempre stataOh, ma tu no Gretchen, tu non ti saresti mai trovata nella mia situazione, tu sei pulita, lfuliggine non ti ha mai sporcato, tu non sei in grado di ferire, ed è per questo che verrai ferita sempre; non mi odiare per ciò che sto dicendo, non è un augurio il mio, è una triste constatazione di ciò che ti ho fattoSe io avessi immaginato che un giorno t’avrei fatto soffrire così tanto probabilmente neanche tavrei stretto una mano, perché le anime belle non si meritano il dolore e invece quelle sporche come me lo cercano e lo ambiscono più della felicità.

Vorrei cancellare il giorno in cui sono salito su quella diligenza per Carbondale, la diligenza che avrebbe dovutoportarmi a Carbondale e che invece mi portò ad un’altra donna, diversa da te, sporca come me. Se lo avessi saputo avrei camminato, finché non mi avrebbero sanguinato i piedi, fino a Carbondale. Anzi no, non avrei messo piede fuori dalla nostra casa, non sarei mai più uscito da lì, non l’avrei fatto perché sapevo, so, che rimanendo con te avrei avuto la serenità eterna, una spalla su cui piangere, una bella famiglia, il bastone della mia vecchiaia, la mia Primrose. Ma noi sporchi siamo condannati alla sofferenza, la fuliggine si annida nei nostri vagiti fin dalla nascita, si attacca ai bronchi come silice, la fuliggine dell’anima, il tumoredei sofferenti. Avrei voluto amarti come si amano le opere d’arte, a distanza, senza scalfirti, senza rovinarti; ma non ci sono riuscito;per l’ennesima volta nella mia vita non sono riuscito a fare qualcosa, una cosa così semplice come amare un’anima pura, pulita. Li ricordo come se fosse ieri i tuoi capelli biondi al sole, seduta nel prato che era stato un tempo l’orto di tuo padre, finché aveva avuto l’onere di vivere; quel prato era in quel momento diventato il luogo in cui ti perdevi leggendTolstoj e immaginando un amore come quello di Kitty e Levin, ma io sono sempre stato Aleksej e tu non sei mai stata Annatu leggevi con i piedi nudi appoggiati nell’erba bagnata e io ti ammiravo da lontanomentre aspettavo che il fornaio aprisse per il pomeriggio,e tu già mi guardavi come l’uomo che ti avrebbe tenuto la mano mentre partorivi i nostri figli, non sapevi all’epoca della mia fuliggine, dei miei poveri polmoni intrisi di sofferenza. Ti ho amata con tutto me stesso i primi anni, sentivo che saresti stata la cura, la soluzione alla fuliggine, ciò che finalmente mi avrebbe fatto sentire sereno; e così è stato, per anni, sei stata la mia cura, ma la fuliggine era nascosta sotto il tappeto non l’avevi cacciata fuori dalla porta, non avresti potuto. La prima volta che ti ho stretta ho pensato che avrebbe dovuto essere quella la sensazione che ti dà l’amore, quello vero, una pace malinconica, e non la passione irrefrenabile che diventa dolore costante; una pace malinconica che si protrae così a lungo da arrivare serenamente alla morte stringendoti la mano. E forse lo era, la sensazione giusta, ma a noi sporchi non basta mai. Ho mentito prima, quanto ti ho detto che dal primo giorno che ti ho incontrata non sapevo che sarebbe andata così, che t’avrei rovinato l’esistenza, lo sapevo, l’ho sempre saputo che la fuliggine sarebbe sgattaiolata da sotto il tappeto e mi avrebbe coperto di nuovo come dune nel deserto, tanto che non avrei visto più la tua luce. Sono stati anni meravigliosi, mi hai reso un uomo felice, un uomo sereno, mi hai reso padre, nessuno potrà mai farmi regalo più grande di questoGretchenNon ho mai, neanche per un secondo, sentito sofferenza quando stavo con te, ho provato felicità, serenità, comprensione, tranquillità… mai nessun accenno di rabbia, tristezza o dolore.Dio solo sa quanto mi sono mancate. Io vivo, mi sento vivo, quando in me irrompono la rabbia, la tristezza, la sofferenza, quando il dolore è così forte da volermi uccidere; da quando ho coscienza di me il dolore vuole uccidermi e io voglio uccidermi per il dolorequesto è quello che provo, una vita dedita al dolore,questo è ciò che provano i sofferenti. E quindi l’ho sempre saputo che alla fine t’avrei fatta soffrire, perché la mia dedizione al dolore ha portato a tutti quelli che mi hanno amato altra sofferenza, ma la loro, la tua, è una sofferenza che non hai richiesto ed io per questo mi odio e vorrei poter tornare indietro e non prendere la diligenza per Carbondale. 

Non ti parlerò di lei. Non meriti anche questo. Ti dirò soltanto che lei è come me, sporca, coperta di fuliggine dalla testa ai piedi, il dolore l’ha preso per mano tanti anni fa, non l’ha mai lasciato, non ha avuto, a differenza mia, una persona pulita che nascondesse la sua fuliggine sotto al tappeto. Non odiare lei, è un’altra vittima della mia costante ricerca del dolore. Odia me, odiami con tutta tstessa e poi fche io ti diventi indifferente; quanto mi costa chiederti questo, chiederti di diventarti indifferente significa chiederti di dimenticarmi e non è ciò che vorrei, ma è ciò che devi fare

Lei mi ha dato la sofferenza che da tempo sentivo mancarmi, ti rendi conto Gretchen? Mi sono innamorato di un’altra donna perché tu non mi hai mai fatto soffrire, quanto può essere sbagliata la mia esistenza? Cosa può essere andato storto nella costruzione della mia persona per volere questo?

Lei mi ha ricoperto di fuliggine ed io l’ho anche ringraziata, ti ho mai detto
“grazie” per avermi amato così tanto e così puramente? Grazie Gretchen.

Lei mi ha guardato appena salito sulla diligenza e da quel momento i suoi occhi non hanno più abbandonato i miei pensieri, neanche quando tornavo a casa da te, da Primrose. 

Non mi devi niente, solo odio, ma devo comunque chiederti una cosa, capirò se non lo farai ma non posso concludere la missiva senza avertelo chiesto. Ricorda a Primrose quanto l’ho amata, ogni giorno, non per me ma perché lei non pensi mai di essere stata sbagliata. Ho amato la mia bambina ogni giorno ma, come con te, ho saputo dal primo vagito, dalla sua nascita, che l’avrei fatta soffrire. 

Ora è tempo che io vada, sono trascorse ormai ore, qui, sulla banchina di Gulfport, non riuscivo a trovare le parole adatte per dirti tutto ciò che avevo lasciato indietro quando sono fuggito con lei, un mese fa. 

In questo mese il dolore ha concluso la sua opera su di me, la mia creazione nel dolore è stata completata, non c’è più spazio per nient’altro nella mia misera vita se non per il dolore, mio fedele compagno di viaggio, mia unica certezza.

Io parto, non so ancora per dove, so soltanto che vado. 

Io parto, non so dove si arriva.

Io parto, non so cosa c’è oltre il mare.

Io parto, non so quando giungerà la mia morte.

Io parto, non so se troveranno il mio corpo

Io parto, non so se potrai mai perdonarmi

Io parto, non so ancora per dove, so soltanto che vado. 

 

 

Christopher

 

Diligenza per Carbondale

Vi pubblico qui un mio racconto inedito ❤️ Fatene buon uso. E condividete 💕 Gulfport,  Mississippi 6 giugno 1913    Cara  Gret chen , a vre...