Introduzione
Perché nasce Scandalosi?
Più volte ci siamo trovate a parlare delle vite degli scrittori e delle scrittrici che amiamo. Non solo delle loro opere, ma di quello che c’è dietro le loro pagine: gli amori, le ossessioni, gli scandali, gli istinti che li hanno resi vivi prima ancora che immortali sulla carta.
In questi discorsi un dettaglio ci ha sempre colpite: il modo in cui le relazioni, il sesso, l’eros, l’istinto più puro e naturale, abbia avuto un ruolo centrale nelle loro esistenze. Non come vizio da nascondere e di cui spettegolare, ma come la fiamma che ha acceso le parole e alimentato i loro romanzi, dando vita a pagine indimenticabili che, se da una parte hanno sconvolto critica e pubblico, dall’altra hanno indicato una nuova strada in una società chiusa e asfissiante.
Così è nata l’idea di questa rubrica: Scandalosi - Le vite libertine degli scrittori.
Perché troppo spesso la letteratura viene raccontata come disciplina pudica, intellettuale, lontana dai corpi. Noi invece crediamo che dietro ogni grande libro ci sia una vita altrettanto grande e a volte scandalosa che merita di essere ricordata con il rispetto che merita.
E allora eccoci qui, pronte a raccontarvi storie di passioni proibite, segreti, atti impetuosi, confessioni che hanno fatto tremare i benpensanti e gridare allo scandalo. Non con il gusto del pettegolezzo, ma con la curiosità di chi sa che l’arte non nasce mai dalla perfezione, ma dal caos dei desideri, da quel terremoto delle passioni che è la vita vissuta.
Goliarda Sapienza e il sesso come libertà d’espressione
Le vite degli scrittori raramente scorrono dritte, ordinate, rassicuranti. Spesso a guidarli non sono stati i doveri sociali, ma gli impulsi più profondi: desiderio, passione, ossessione.
E quando si parla di scandalo, Goliarda Sapienza non può mancare.
Attrice, scrittrice, donna libera in un’Italia che ancora si aggrappava a ipocrisie e convenzioni, Goliarda non accettò mai di vivere nei limiti che altri avevano stabilito. Nata a Catania nel 1924, crebbe in una famiglia anarchica e anticonformista, che la educò alla ribellione e alla libertà di pensiero.
Si formò come attrice all’Accademia d’Arte Drammatica di Roma, lavorò con Visconti e Bolognini, ma scelse di lasciare il teatro per la scrittura, dove sentiva di poter esprimere davvero sé stessa.
Con il suo romanzo più noto, L’arte della gioia, Goliarda raccontò una protagonista femminile scandalosamente fuori dagli schemi. S i tratta di una donna che vive la propria sensualità senza sensi di colpa, pronta a rifiutare ruoli imposti per farsi padrona del proprio destino. E non è una trama caso: quella protagonista era anche lei.
Potremo infatti dire che per Goliarda il sesso era energia vitale, motore di libertà, un mezzo per fare esperienza.
Milan Kundera, il romanziere dell’ironia e del corpo
Dall’altra parte c’è Milan Kundera, lo scrittore ceco, autore, tra gli altri, del celebre romanzo L’insostenibile leggerezza dell’essere, che esplorò come pochi altri la fragilità dei sentimenti, l’ossessione della memoria e l’ambiguità dei rapporti tra uomini e donne.
Kundera indagava il corpo come luogo di conflitto e di rivelazione, dove il desiderio non è mai solo fisico, ma anche metafisico: specchio delle nostre paure e della nostra libertà.
Goliarda Sapienza e le insolite misure di Kundera
In un’intervista ormai celebre alla Rai, recuperabile su YouTube (https://youtu.be/QqvhOl_4nRA?si=ZmowtyBF0I_atzBh), Goliarda Sapienza ricordò con ironia e assoluta franchezza un incontro sessuale con Kundera.
Trovatisi soli dopo una cena con amici e spinti da un reciproco interesse, i due scrittori finirono a letto insieme. Un atto che Sapienza definirà brutale, consenziente, viscerale. Non lo raccontava come vergogna, ma come esperienza indelebile.
Sapienza, ironicamente ma neanche troppo, nell’intervista invitava al guardarsi dagli uomini d’origine ceca come Kundera poiché, a detta sua, abituati alle giovenche dei loro territori e non alle donne magre e minute qual era Goliarda.
«Abituato probabilmente... Poi ho conosciuto le loro donne, di due metri, forti... sono delle giovenche meravigliose. Mi ha strapazzato...»
Con una risata disarmante la scrittrice sottolineava le enormi misure di Kundera, dettaglio che rendeva l’episodio memorabile e al limite del leggendario (e di certo poco consono al clima dell’epoca e alla rete ammiraglia della Rai). Con la stessa leggerezza raccontava poi di non aver mai più voluto trovarsi da sola con Kundera per evitare un altro incontro ravvicinato con lo scrittore.
Ma badate bene, non si tratta di pettegolezzo, bensì di una testimonianza: anche i giganti della letteratura erano mossi da corpi, desideri, eccessi.
Per Goliarda non c’era scandalo nel sesso. C’era vita. E proprio da quella vita sgorgava la sua scrittura: autentica, coraggiosa, incapace di censurare sé stessa.
Il loro incontro, raccontato senza veli, è un frammento che illumina una verità più ampia: il sesso non ha mai distrutto l’arte, anzi, al contrario, l’ha nutrita e ispirata fino a renderla immortale.
Segno di quella traccia indelebile è il film L’arte della gioia (2025), tratto proprio dal testo di Goliarda Sapienza, diretto da Valeria Golino e vincitore di tre David di Donatello.
Scandalosi perché sinceri.
Scandalosi perché vivi per loro stessi.
Scandalosi perché hanno osato.
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