mercoledì 30 agosto 2023

I 10 migliori podcast che potete trovare su spotify







Premessa. Io amo il true crime. Quindi la mia classifica sarà poco variegata a livello di tematiche. 

Ma iniziamo. Dal decimo al primo posto.

Decimo posto: Muschio selvaggio di Fedez (e Luis) 

Un anno fa sarebbe stato in top five ma ora, con la (di)partita di Luis ha perso tanto. Per chi non lo conoscesse è un podcast basato su interviste a personaggi famosi, ogni puntata dura circa un’ora, era nato principalmente per essere irriverente e libero da domande pre impostate tipiche della tv. Le mie puntate preferite: Bello figo e la nonna, Saviano, Michela Murgia, Don Alberto e Mauro Biglino. Una puntata a settimana (non sempre).


Nono posto: Il sottosopra di Selvaggia Lucarelli

Dal lunedì al giovedì, 5 minuti al giorno su attualità e fatti. Tanta, tanta polemica, ma io sono polemica di natura quindi mi piace. Non con tutte le puntate sono stata d’accordo però è interessante. 


Ottavo posto: Proprio a me di Selvaggia Lucarelli 

Per me vale solo la prima stagione. La seconda mi ha lasciato un po’ delusa. Prima stagione: 5 puntate sugli amore tossici, storie tanto vere da star male. La prima sull’uomo indiano sembra un racconto di Tabucchi. Impressionante. 


Settimo posto: Morgana di Michela Murgia è Chiara Tagliaferri 

Ahimè Morgana non sarà più lo stesso senza Michela. Storie di donne che hanno cambiato il mondo raccontate con intelligenza e spirito critico. Vite meravigliose. Migliori puntate: Moana Pozzi, Amanda Lear e le donne di Game of thrones. Una puntata al mese. 


Sesto posto: Demoni urbani con Francesco Migliaccio 

Primo podcast che ho ascoltato. La voce di Migliaccio vale l’ascolto dei millemila episodi. Ogni settimana una storia di true crime su delitti, stragi, omicidi irrisolti e serial killer. Scritto benissimo. La prima stagione resta la migliore. I miei episodi preferiti: Ludwig, uomini che odiano le donne, come Mato Grasso, avremo sempre avetrana, e Junko Furuta.


Quinto posto: La città dei vivi di Nicola Lagioia. 

Podcast di sette puntate, autoconclusivo. La città dei vivi è un romanzo di Nicola Lagioia che qui racconta in breve ciò che successe a Luca Varani, un ragazzo seviziato e ucciso durante un festino a base di alcol e droghe durato più giorni. Uno specchio del nostro tempo. Ah, Nicola Lagioia è anche l’ultimo direttore del salone del libro. 

Quarto posto: Non aprite quella podcast di J-ax con Pedar e Matteo Lenardon 

 



In questo podcast J-ax si fa aiutare da Pedar e Matteo Lenardon a smascherare casi paranormali e crimini misteriosi che vanno da Amanda Knox a Padre Pio. Merita tantissimo per l’umorismo dark e le storie ricercate. Un episodio a settimana. Puntate preferite: speciale sette con Michelle Hunziker, Il caso Padre Pio, Il caso Action Park, il caso Damanhur, Il caso Conte Von Cosel. 


Terzo posto: Veleno di Pablo Trincia 

In questo podcast autoconclusivo Pablo Trincia racconta la storia dei satanisti della bassa modenese, caso famosissimo negli anni ‘90 per cui decine di bambini vennero sottratti alle famiglie perché ritenute appartenenti alle bestie di Satana. Spoiler: non c’era niente di vero, i bambini erano stati probabilmente plagiati da psicologi e assistenti sociali, non sono mai tornati a casa. Una parola: tosto. 


Secondo posto: Il dito di Dio di Pablo Trincia 

Podcast autoconclusivo sulla vicenda della Costa Concordia. Terribile. Mentre i sopravvissuti raccontano ti sembra di essere lì con loro. L’unico podcast per cui ho pianto. Il lavoro che Trincia e il suo staff fanno dietro a questi podcast è incredibile (sto ascoltando ora quello nuovo su Elisa Claps: Dove nessuno guarda, farò un articolo a parte). Ma non potevo dargli il primo posto…


Primo posto: Non hanno un amico di Luca Bizzarri 

Sarà che io sono innamorata di lui dal 2002 e quindi questa scelta è dettata dal cuore e non dalla mente ma Luca Bizzarri ha portato una ventata di aria fresca su spotify con Non hanno un amico. Nato per commentare le elezioni del 2022 e poi diventato appuntamento fisso. Cinque minuti al giorno dal lunedì al venerdì in cui parla di attualità, crea chat whatsapp fasulle e racconta aneddoti vissuti e non, in alcuni episodi è addirittura teatrale. Sempre divertente, intelligente e profondamente reale. Episodi preferiti: Goliarda sapienza, la chat della lampadina, l’italiano secondo Salvini.





lunedì 28 agosto 2023

Perché dovete vedere Oppenheimer e perché no.



 È il film del momento lo sappiamo tutti. Sicuramente sarà il film dell’anno, a meno che Scorsese ci riservi qualche sorpresa con Killers of the Flower Moon.

 Io l’ho visto e vi posso dire che è forse il miglior film che ho visto negli ultimi tre anni, gli si avvicina Everything Everywhere all at once ma non lo raggiunge. 

Perché vedere Oppenheimer?

1. La regia di Nolan è magistrale, il film è diviso in tre momenti (anche tre punti di vista) che si intrecciano ma ogni momento è girato in modo diverso in modo da non confondersi, io ho trovato tutto chiarissimo; se penso al fatto che Nolan abbia scritto da solo una sceneggiatura così complessa non posso che provare invidia. La fotografia vincerà l’Oscar, ne sono abbastanza sicura, immagini strepitose. Insomma a livello di tecnica non ha un solo difetto. 

Mi sembra di aver visto un bloopers ad un certo punto ma non ne sono sicura e non trovo riscontro da altri per ora. 

2. La storia del progetto Manhattan non è mai stata spiegata così bene a parere mio. Il film dura 180 minuti ma era necessario per rappresentare tutte le vicende legate all’ideazione della bomba atomica, prima, durante e sopratutto dopo. 

3. Gli attori sono incredibili. Cillian Murphy merita sicuramente l’Oscar, ha mille espressioni facciali diverse e ti fa sentire davvero la sofferenza e il turbamento emotivo affrontato da Oppenheimer, inoltre ha mangiato una sola mandorla al giorno per tutta la durata del set per enfatizzare l’aspetto emaciato dì Oppenheimer.

4. Il messaggio finale, scontato forse ma, a vedere dalle recensioni che ci sono in giro, non poi così ho tanto. SPOILER: per chi non se ne fosse accorto siamo in costante guerra fredda e corsa agli armamenti. Esattamente il contrario di ciò che Oppenheimer si era immaginato. 


Perché non guardare Oppenheimer:

1. Se non avete idea di che cosa sia il progetto Manhattan, chi sia Oppenheimer, e di cosa ha comportato l’invenzione della bomba atomica non guardatelo perché vi mancherebbero delle basi davvero importanti e non lo potreste apprezzare. 

2. Non guardatelo se non avete delle basi di fisica e fisica quantistica, e intendo davvero solo le basi, certo lo si può vedere e capire lo stesso ma a parere mio non sarà la stessa cosa. 

3. Non guardatelo se vi aspettate un film d’azione con esplosioni ogni cinque minuti. Consideratelo un film storico, drammatico a tratti romantico e forse scientifico e giuridico ma non uno sparatutto con un morto ogni cinque minuti. È un film incentrato sui dialoghi e sul capire quei dialoghi quindi richiede tanta tanta concentrazione. 


Insomma Oppenheimer è da vedere sì, ma con delle basi di cultura generale, con la consapevolezza che saranno tre ore in cui servirà il massimo della vostra concentrazione e dei vostri sforzi. 

Merita davvero tantissimo. 

giovedì 24 agosto 2023

I cinque Disaster Movie migliori di sempre.





Premessa: per me Disaster Movie significa una cosa soltanto: è il 2004 e mio padre mi obbliga a guardare solo e soltanto i film su rete 4, per cui per me i Disaster Movie sono quasi soltanto quelli degli anni ‘90 e poche altre eccezioni. Seconda premessa: non guardi un Disaster Movie per sentirti colto, lo guardi per due ragioni: non c’è niente in tv e vuoi farti venire l’ansia.

Ma partiamo con la classifica 

Al quinto posto La diga della paura 

Trashata assoluta, è tanto se ha la pagina su Wikipedia però era bello, attori totalmente sconosciuti, non ha avuto molto successo ma sono sicura che su rete 4 lo fanno ancora oggi, probabilmente non ha diritti d’autore. Ha tutte le caratteristiche di un Disaster Movie e ti fa venire una buona dose di ansia. Se lo merita il quinto posto. 

Al quarto posto 2012 





Chi nel 2012 non ha visto 2012? Io comunque un po’ mi ero presa male per la fine del mondo e la sera del 21 era pure a casa da sola. In ogni caso il film è bello, trash, lunghissimo, e con milioni di dollari spesi in effetti speciali ma la CGI del 2010 ancora lasciava un po’ a desiderare. Comunque ho obbligato mia madre ad accompagnarmi al cinema a vederlo due volte, ed era successo solo per un altro film. Ne parlerò. Attori abbastanza famosi, ma la cosa che più mi piacque furono le riprese nel parco di Yellowstone. 

Al terzo posto Dante’s Peak 





Un Disaster Movie in cui non cala mai l’adrenalina, una cosa che sarei davvero terrorizzata di veder succedere. Ambientato in una cittadina immaginaria ai piedi di un Vulcano negli Stati Uniti, un vulcanologo (Pierce Brosnan) viene chiamato per monitorare alcuni movimenti sismici ma una volta arrivato allarmerà tutti dell’imminente eruzione del vulcano. Ovviamente come in ogni Disaster Movie che si rispetti nessuno gli crederà. 

Al secondo posto Daylight - Trappola nel tunnel

Silvester Stallone è la guida di un gruppo di superstiti rimasti intrappolati in un tunnel sotto il fiume Hudson che collega Manhattan a New York. Tutto il film è una corsa contro il tempo per riuscire a portare tutti in salvo. Spoiler: non ci riusciranno. 

Stallone e Viggo Mortensen devo aggiungere altro? 

Funfact: uno dei superstiti è il figlio, deceduto nel 2012, di Stallone. 

Al primo posto The core 



Questo film è nel mio cuore. Lo abbiamo guardato in quinta elementare per studiare la composizione della terra e poi ho obbligato i miei compagni a fare la recita basata sul film con copione scritto da me, si a 10 anni ho scritto un copione stoppando il film ogni 2 minuti per scrivere le battute, sono pazza. 

Il nucleo della Terra ha smesso di ruotare e un team di esperti deve arrivare fino al centro e bombardarlo per farlo ripartire. È un capolavoro del genere, io mi commuovo ogni volta che ne parlo. Casta eccezionale che a quesì tempi era ancora sottovalutato. Il mio personaggio preferito era interpretato da DJ Qualls mentre ora direi che il migliore era un magistrale Stanley Tucci. Guardatelo. 



mercoledì 23 agosto 2023

La guerra dei mondi, o come Orson Welles per scherzo terrorizzò mezza America

 

Voi la conoscete la storia dello scherzo, che poi non era nato come tale, più riuscito di sempre? Il 30 ottobre 1938 la CBS mandò in onda un programma radio in cui il non ancora celebre regista Orson Welles(Quarto potere) leggeva un estratto dal libro “La guerra dei mondi” in cui un giornalista annuncia alla radio (proprio come Welles) che il New Jersey è stato appena invaso dagli alieni. 


Ecco un estratto della trasmissione

Signore e signori, vogliate scusarci per l'interruzione del nostro programma di musica da ballo, ma ci è appena pervenuto uno speciale bollettino della Intercontinental Radio News. Alle 7:40, ora centrale, il professor Farrell dell'Osservatorio di Mount JenningsChicagoIllinois, ha rilevato diverse esplosioni di gas incandescente che si sono succedute ad intervalli regolari sul pianeta Marte. Le indagini  spettroscopiche hanno stabilito che il gas in questione è idrogeno e si sta muovendo verso la Terra ad enorme velocità. 


E ancora:


Signore e signori, devo riferirvi qualcosa di molto grave. Sembra incredibile, ma le osservazioni scientifiche e l'evidenza stessa dei fatti inducono a credere che gli strani esseri atterrati stanotte nella fattoria del New Jersey non siano che l'avanguardia di un'armata di invasione proveniente da Marte. La battaglia che ha avuto luogo stanotte a Grovers Mill si è conclusa con una delle più strabilianti disfatte subite da un esercito nei tempi moderni (...)


Nonostante prima dell’inizio della trasmissione fosse stato fatto un annuncio spiegando che si trattasse della lettura di un romanzo, negli Stati Uniti, e sopratutto nello stato di New York, si scatenò il panico. Intere famiglie si barricarono in casa, altre scapparono sulle colline più alte, ci furono addirittura dei suicidi. I titoli dei giornali il giorno successivo non parlavano d’altro se non dello scherzo, che scherzo non era, della CBS. L’emittente radiofonica e lo stesso Welles ne giovarono moltissimo in termini di popolarità, ma anche le critiche nei loro confronti furono spietate.

La cosa ebbe una tale risonanza, negli Stati Uniti, che all’annuncio radiofonico dell’attacco a Pearl Harbor nel 1941, molti pensarono si trattasse di un altro scherzo di pessimo gusto. 

Fun Fact: c’è un episodio de “La paura fa novanta XVII” dei Simpson che tratta proprio dello scherzo di Orson Welles.. 

Tolta la disgrazia…. Secondo me uno dei momenti più iconici della storia americana. 



martedì 22 agosto 2023

Il culto del leader. Da Manson a Ernest.

 


C’è un dettaglio ricorrente nelle sette e nelle dittature, dettaglio a volte fondamentale, il culto del Leader. La figura del Leader è posta al centro, tutto viene deciso ed è approvato dal Leader. Il Leader è, la maggior parte delle volte, intelligente, carismatico e molto abile nell’arte oratoria, ma allo stesso tempo temuto e venerato come una divinità. Una setta che ha avuto come capo saldo il culto del Leader è stata la Family di Charles Manson. Un po’ di contesto: Charles Manson, dopo essere uscito di prigione, inizia a vagabondare per la west Coast con alcuni ragazzini, per lo più donne, affascinati dal suo carisma e dalla sua abilità con la chitarra; da lì a poco fondano la Family, una comune (setta) con sede allo Spahn Ranch nei sobborghi di Los Angeles. Questi ragazzini eleggono Manson a loro Leader spirituale e morale, fanno, ascoltano e osannano tutto ciò che lui dice; fino a quando Manson inizia ad incaricare i ragazzi di una serie di omicidi (perpetrati per lo più per vendetta nei confronti di celebrità che non lo avevano aiutato a diventare famoso) fino ad arrivare alla strage Tate-La bianca in cui i ragazzi della family uccidono, tra gli altri, Sharon Tate attrice e moglie di Roman Polanski (il film “C’era una volta a Hollywood” di Tarantino racconta in modo romanzato ciò che successe in quei giorni, cambiando il finale). Come può una persona convincerne altre a commettere omicidi in suo nome senza essere presente? Probabilmente non c’è una risposta sola a questa domanda però volevo che Ernest fosse in grado di essere abbastanza convincente da riuscire a governare anche a distanza sugli Aeterni, volevo che la loro paura nei suoi confronti fosse costante, anche quando lui non era presente, o si trovava a km di distanza. Volevo che Ernest incarnasse il Culto del Leader, che lui fosse al centro di Aeterna è che tutta l’organizzazione girasse intorno a lui, tanto da commettere omicidi in suo nome senza che lui fosse presente. Spero di esserci riuscita. Se nel primo la sua figura era più che altro un’ombra di terrore sugli altri personaggi, nel secondo sarà una presenta piuttosto costante così da poter analizzare meglio cosa davvero rappresenta il culo del Leader ad Aeterna. 


lunedì 21 agosto 2023

Perché the Wolf of Wall Street è il miglior film di sempre.

 


Non cambio il mio film preferito dal 2014, ovvero da quando ho visto per la prima volta The Wolf of Wall Street, e non credo lo cambierò mai. Perché è IL film? Perché ha tutto ciò che serve. Jordan Belfort è intelligente, carismatico, folle e dannatamente umano. È un film che si allontana da tutto il Politically correct che sta rovinando la settima arte. C’è sesso, droga, tradimenti, soldi, soldi usati nel peggiore dei modi, ancora droga, ancora sesso e tanti, tantissimi soldi. E se credete che la vita di quell’1% della popolazione che detiene il PIL pro capite più alto del mondo non sia così allora vivete ancora nel mondo della favole. DiCaprio meritava l’Oscar, lo ha avuto l’anno dopo per The Revenant, ma era evidente che quel premio significasse: “scusaci Leo, dovevamo dartelo l’anno scorso”. Di Martin Scorsese non si può dire nulla, e che gli vuoi dire? Io ero già innamorata dopo Taxi Driver ma qui si è superato. The Wolf of Wall Street dura quasi tre ore e non ti annoia neanche per un secondo, e lo puoi riguardare, 10, 100, 1000 volte ed è sempre meraviglioso. The Wolf of Wall Street è volgare, blasfemo, scorretto, spinto… ma ha anche dei difetti. Insomma se non l’avete ancora visto dovete vederlo, se siete per il politically correct non guardatelo, se vi scandalizzate facilmente non guardatelo. Se volete vedere il miglior film degli ultimi dieci anni… dovete vederlo ora. 

venerdì 11 agosto 2023

God save the queer. Ciao Michela.




 Michela Murgia è stata, è e sarà sempre per me fonte di ispirazione e ammirazione. Michela è stata tutto ciò che voleva essere, senza chiedere mai il permesso a nessuno; Michela ha scritto e detto ciò che voleva scrivere e dire senza mai preoccuparsi del giudizio altrui, dei benpensanti, delle critiche. Michela si è battuta per i diritti, di tutti. Michela ci ha insegnato come si vive con dignità, come si muore con dignità. Michela che nell’ultimo periodo ci ha donato, ancora una volta, una grande verità, quella della bellezza della famiglia queer, della famiglia che ti scegli, senza vincoli di sangue o di legge. Te ne sei andata nel momento in cui questo paese ha bisogno di persone come te per non soccombere, speriamo di non deluderti. God save the queer. Ciao Michela. 

giovedì 10 agosto 2023

Into the wild. L'ambientazione di Aeterna




SPOILER SULL'AMBIENTAZIONE. 

 Ad oggi, con il libro stampato, Aeterna si trova in una zona centro-settentrionale del Canada, più precisamente nelle regioni chiamata Nunavut e Territori del Nord-Ovest. Ma Aeterna, mentre lo scrivevo, non ha sempre avuto un'ambientazione precisa; non ho trovato, fino al 2023 un luogo che fosse adatto a ciò che per me era sempre stata l'ambientazione, la flora e la fauna, di Aeterna. 

Mentre immaginavo le lande desolate che circondano il Praetorium, l'unica ambientazione a cui riuscivo a pensare erano le terre sconfinate di Into the Wild. Per chi non lo sapesse, Into the Wild è un film di Sean Penn del 2007, in cui viene raccontata la storia di Christopher McCandless, un ragazzo che abbandonò amici, famiglia e lavoro per intraprendere un lungo viaggio attraverso gli stati uniti, finirà poi la sua breve vita su un autobus abbandonato in Alaska probabilmente avvelenatosi con delle bacche. La fotografia delle scene girate in Alaska mi ha sempre affascinato moltissimo, chilometri di neve, alberi, animali e fiumi senza che quasi ci sia traccia di esseri umani. Aeterna doveva assomigliare all'Alaska di Into the Wild. purtroppo però per mantenere la plausibilità di Aeterna l'Alaska non bastava, è uno stato ancora troppo popolato e soprattutto fa parte degli Stati Uniti, non poteva essere ambientato in Alaska. così dopo un po' di ricerca ho trovato i Territori del Nord Ovest e il Nunavut, che non solo assomigliano per flora e fauna all'Alaska di Into the Wild ma hanno anche una percentuale di popolazione di 0.01 abitanti per chilometro quadrato. 





Funfact: se cercate indicazioni su google maps da JFK (luogo dove il libro ha inizio) al Praetorium di Aeterna, l'applicazione vi dirà "nessun percorso disponibile" perché in quelle zone non ci sono strade, né centri abitati, né qualsiasi costruzione che possa indicare la presenza di esseri umani. E' davvero così o Ernest ha fatto manomettere i satelliti?

Concludo la mia digressione sull'ambientazione dicendo che, a differenza di Into the Wild, ad Aeterna le persone ci sono e anche molte perché... la felicità è reale solo se condivisa. 

mercoledì 9 agosto 2023

Il viaggio di Aeterna. 2013-2023




Qualcuno lo sa già, altri forse no, ad altri ancora magari neanche interessa, ma ho iniziato a scrivere Aeterna nel 2013. Non si chiamava Aeterna, non era una trilogia ma un racconto breve, non parlava di un’organizzazione ma di una mafia; insomma, sono cambiate parecchie cose nel corso di questi dieci anni. Per me scrivere è sempre stato rifugio, quando scrivevo a 17 anni era rifugio dalle delusioni d’amore, a 22 rifugio dagli esami andati male,  a 24 era rifugio dai problemi della pandemia, ora, a volte, è rifugio da tutto, tanto che a volte devo impormi di spegnere il computer perché perdo il senso del tempo e, ahimè, anche della realtà. Aeterna è stato il mio rifugio per tutti questi anni, un mondo distopico in cui ritrovavo e ritrovo la mia pace, nonostante sia tutt’altro che un mondo pacifico. Non ho mai pensato in questi dieci anni che Aeterna sarebbe diventato una cosa di tutti, di tutti quelli che lo avrebbero voluto e lo vorranno leggere. Quando a gennaio, dopo quasi dieci anni, ho deciso che fosse arrivato il momento di provare a farlo leggere ad altri, provare per vedere se per qualcuno ne valesse la pena, ci è voluto tanto coraggio, lasciar leggere ad altri ciò che scrivi e un po’ come una seduta dallo psicologo messa in pubblica piazza, un po’ the Ferragnez insomma. Anche se ciò che scrivi non parla di te, anche se non racconta di cose che tu hai vissuto, stai comunque dando spazio a qualcun altro di vedere ciò che fino ad un attimo prima era stato solo nella tua testa, o al massimo sul tuo computer. A distanza di sette mesi posso dire che forse non ho preso decisione migliore nella mia vita di questa, quella di provare a pubblicare Aeterna e renderla una cosa di tutti. Ieri una ragazza mi ha fermato in strada per parlarmi di Aeterna, di come è scritto, di cosa le è piaciuto; l’altro giorno una signora mi ha detto qual è stato il suo personaggio preferito… tutte esperienze che fino a 7 mesi fa avevo solo sognato di poter vivere un giorno. Il viaggio di Aeterna è appena iniziato ma sono già felice di essere partita, dieci anni fa.


Diligenza per Carbondale

Vi pubblico qui un mio racconto inedito ❤️ Fatene buon uso. E condividete 💕 Gulfport,  Mississippi 6 giugno 1913    Cara  Gret chen , a vre...